Plastiche biodegradabili: soluzione reale per un futuro sostenibile?

  • Le plastiche biodegradabili potrebbero non essere la soluzione ideale per un futuro sostenibile a causa della complessità della biodegradabilità e delle sfide legate al loro corretto smaltimento.
  • La biodegradabilità delle plastiche richiede specifiche condizioni ambientali, e ciò può influire sulla loro efficacia nel ridurre l’impatto ambientale.
  • Non tutte le plastiche biodegradabili sono compostabili, e per essere considerate tali devono soddisfare rigorosi criteri e essere trattate in impianti di compostaggio industriali.
  • Le pratiche di smaltimento della plastica biodegradabile spesso comportano errori, in quanto vengono confuse con le plastiche tradizionali e trattate allo stesso modo nei processi di trattamento dei rifiuti, compromettendo la loro effettiva degradazione e contribuendo alla persistenza nel tempo.

Mentre il mondo celebra la Giornata Mondiale della Terra 2023, la necessità di soluzioni sostenibili per combattere l’inquinamento da plastica rimane in primo piano nelle discussioni ambientali. Tra le potenziali alternative, le plastiche biodegradabili hanno attirato una notevole attenzione. Tuttavia, nonostante il nome accattivante, le plastiche biodegradabili potrebbero non essere la panacea che pensiamo. In questo articolo esploriamo due ragioni fondamentali per cui le plastiche biodegradabili non sono una vera soluzione per un futuro sostenibile: il concetto complesso di biodegradabilità e le sfide associate al loro corretto smaltimento.

Cosa significa biodegradabilità? La biodegradazione è il processo attraverso il quale i materiali vengono scomposti dai microrganismi in sostanze più semplici come anidride carbonica, metano e molecole d’acqua. Le diverse plastiche biodegradabili richiedono quantità diverse di calore, ossigeno, umidità e luce solare per essere effettivamente scomposte in materiali organici. A seconda delle condizioni ambientali, le plastiche biodegradabili possono o meno decomporsi come previsto, senza lasciare residui tossici e riducendo l’impatto ambientale. Purtroppo, le prove suggeriscono che in molte circostanze potrebbero non farlo in tempi ragionevoli nel mondo reale.

La plastica compostabile è biodegradabile, ma non tutte le plastiche biodegradabili sono compostabili: Contrariamente a quanto si pensa, la maggior parte delle plastiche biodegradabili non sono compostabili.  La plastica compostabile si riferisce alla biodegradazione in materiale condizionante del suolo (cioè il compost) in determinate condizioni. Per essere idonei al bioriciclaggio, i prodotti e i materiali devono soddisfare i rigorosi criteri della norma europea EN 13432, ossia devono essere in grado di essere scomposti mediante trattamento biologico in un impianto di compostaggio industriale, il che li rende inadatti ai sistemi di compostaggio municipali convenzionali. Una volta ottenuta la certificazione, questi prodotti e materiali possono essere pubblicizzati ed etichettati come “compostabili”. Senza un ambiente adeguato, le plastiche biodegradabili possono rimanere nell’ambiente per un periodo di tempo significativo e non degradarsi come previsto.

Le pratiche di smaltimento della plastica biodegradabile sono inappropriate: Una delle principali preoccupazioni legate alle plastiche biodegradabili è che le persone le percepiscono come un’alternativa priva di sensi di colpa alle plastiche tradizionali e pensano che possano essere gettate nel bidone dei rifiuti umidi. In realtà, le plastiche biodegradabili vengono spesso selezionate e trattate in modo simile alle plastiche tradizionali negli impianti di trattamento della FORSU. Queste strutture, come gli impianti di digestione anaerobica e di compostaggio, non sono progettate per soddisfare le condizioni specifiche necessarie per un’efficace degradazione delle plastiche biodegradabili. La separazione dei contaminanti è effettuata tipicamente prima del processo di compostaggio o di digestione anaerobica attraverso metodi di pretrattamento. Sebbene le plastiche biodegradabili siano tecnicamente riciclabili, vengono trattate come impurità. Questa classificazione errata e lo smaltimento inappropriato contribuiscono alla persistenza delle plastiche biodegradabili nelle discariche e nell’ambiente, compromettendo i loro presunti benefici ambientali.

Risulta chiaro che le plastiche biodegradabili hanno i loro limiti, quindi è fondamentale esplorare ulteriori alternative per affrontare efficacemente l’inquinamento da plastica. Secondo la Guida Pratica della Giornata Mondiale dell’Ambiente 2023, sono necessari progressi significativi in diverse aree. Tra questi, la riduzione della produzione e del consumo di plastica, la trasformazione dell’intera catena del valore, l’attuazione di una legislazione efficiente e trasparente e l’istituzione di sistemi di monitoraggio più efficaci per identificare le fonti, la portata e il destino della plastica. Non esiste un’unica soluzione al problema dell’inquinamento da plastica, ma piuttosto una moltitudine di azioni che devono essere intraprese simultaneamente e con urgenza.

Grazie agli sforzi collettivi, possiamo intraprendere un percorso verso un mondo privo di inquinamento da plastica e preservare il benessere del nostro pianeta per le generazioni future. Impegniamoci a promuovere una gestione dei rifiuti efficace per un pianeta più green.

La ricerca è stata condotta da Anaergia S.r.l., azienda leader nella realizzazione di impianti di digestione anaerobica e nel recupero di risorse per un mondo sostenibile.

Per ulteriori informazioni contattare: italia@anaergia.com

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